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DAL COPIONE ALLO SPECCHIO nel TEATRO delle RELAZIONI
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DAL COPIONE ALLO SPECCHIO nel TEATRO delle RELAZIONI

  • Francesca Di Sarno

Da dodici anni sto accompagnando le persone alla Conoscenza, Catarsi e Consapevolezza di sé attraverso dei Percorsi Individuali di COUNSELING EVOLUTIVO QUANTISTICO, in cui abbino l’Ascolto Empatico alle Tecniche Energetiche, facendomi guidare dalla Connessione con l'Energia Universale ed entrando in contatto con l'Aura della persona.

Sto aiutando coloro che stanno soffrendo all'interno di relazioni disfunzionali o insoddisfacenti o coloro che hanno chiuso un rapporto di coppia a creare una sana e autentica RELAZIONE CON SÉ STESSI, che sembra essere pressoché inesistente o trascurata.
Questo stimolando la persona a sviluppare l'ascolto della propria Anima, conoscendo e legittimando i propri bisogni senza giudicarli.

In questi anni ho potuto osservare quanto sia molto diffuso l'atteggiamento di essere proiettati unicamente sul partner, senza considerare sé stessi.
In alcuni casi si sceglie e si pretende di essere accuditi dal partner, per colmare i propri bisogni infantili irrisolti.

Si scelgono così inconsciamente “donne materne” o “uomini paterni”.
In altri casi si dà Amore in eccesso al partner bisognoso per riempire i suoi vuoti interiori, incarnando il ruolo di una “Donna-Madre” o un “Uomo-Padre”iperprotettivi.

Si attirano a sé così “Uomini-Figli” o “Donne-Figlie”.
La relazione diviene dunque un Teatro in cui mettere in scena un vero e proprio "gioco delle parti", dove ognuno si trova a "recitare un ruolo" ben preciso nella relazione, sulla base dei propri vuoti interiori, seguendo un copione inconscio reiterato nel tempo.
Si creano così dei veri e propri “incastri emotivi”.

Ci si incastra a mettere in atto quella parte, rendendo la coppia un qualcosa di fisso, stagnante, dando vita così a dinamiche emotive deleterie che spengono i partner, creando circoli viziosi demotivanti, che vanno a soffocare la scintilla d'Amore che c'è.
Si indossano così i panni della “Donna-Madre” che attrae a sé un “Uomo- Figlio” che lei provvede a nutrire da tutti i punti di vista, senza aprirsi al ricevere, perché il ruolo dei figli nell'albero genealogico presuppone il ricevere, non il dare ai propri genitori.
Poi questa donna si sente svuotata energeticamente, arrabbiata e frustrata e accusa l'uomo di non dare nulla nella relazione.

Oppure si recita il ruolo dell’“Uomo-Padre” che trasmette un senso eccessivo di protezione, evitando alla partner di sviluppare la propria autonomia, in quanto lei ha delegato a lui il proprio potere personale, per sentirsi protetta e al sicuro, deresponsabilizzandosi, mentre lui si fa forte del proprio bisogno di controllo.

Quando si recita il ruolo della “Donna-Figlia” o dell’ “Uomo-Figlio”, si tende ad aver bisogno di rassicurazioni costanti, nutrimento emotivo e affettivo continuo e quando si sente di essere cresciuti e ci si sente pronti, si pone fine alla relazione e si lascia il partner oppure si rimane vincolati a vita nel ruolo di figlia o figlio.

Negli anni ho lavorato con tante persone e durante gli Incontri Individuali ho affrontato diversi casi.

Alcune persone, di fronte a relazioni che potrebbero essere importanti, tendono ad essere emotivamente sfuggenti, poco disponibili a livello di tempo da dedicare alla relazione, mantenendo un piede dentro ed uno fuori la coppia, per evitare di coinvolgersi completamente a livello emotivo.

Queste persone potrebbero avere una predisposizione a coltivare relazioni fisiche o virtuali parallelamente, attivando una ferita da tradimento nel partner oppure hanno bisogno di riservarsi grandi spazi personali, creando una distanza emotiva dal partner.

Altre volte quando la relazione diventa più importante e impegnativa, si lascia improvvisamente il partner, procurandogli una ferita d’abbandono, per aprirsi alla ricerca di altri rapporti fisici o virtuali di evasione, per scappare da un maggiore coinvolgimento nella relazione.

Queste modalità danno vita a dinamiche da Runner&Chaser, dove chi teme l'abbandono rincorre chi l'ha rifiutato che fugge via.
In realtà, in questi casi, si fugge da sé stessi, temendo di perdersi nello scambio dato dal rapporto d'Amore con l'altro, perché non ci si vede, non si ha un’identità chiara e non si percepiscono i propri confini.
Chi teme l'abbandono poi si rende conto di essere stato il primo ad aver abbandonato se stesso, ad essersi dimenticato dei propri bisogni, creando una relazione di eccessivo attaccamento al partner.

Altre volte appena si percepiscono dei “déjà vu” che riportano alla memoria situazioni traumatiche vissute durante l'infanzia si attivano dei meccanismi inconsci di "azione-reazione" e temendo di rivivere la ferita di abbandono, si preferisce lasciare il partner/la partner prima di essere lasciati da lui/lei.

Durante gli incontri individuali, soprattutto all'inizio, quando le persone si aprono con me e mi dichiarano di voler trovare un partner che le ami, Io pongo loro queste domande, per metterle di fronte ad uno specchio da Counselor quale sono:


“Pensi di essere realmente pronta/o in questo momento
a donare Amore ad una persona?”

“Credi realmente di poter dare il meglio di te
per creare una relazione sana,
ora che stai soffrendo l'abbandono del partner?”

“Oppure sei piuttosto nel bisogno disperato
di ricevere attenzioni, cure e Amore
per sentirti riempita?”


A queste parole le persone mi guardano interdette, a volte disorientate e, abbassando la testa, mi rispondono di “No”.

Durante gli incontri sostengo la persona, facilitandola nel ritrovare il contatto profondo con sé stessa, nell'apprendere come entrare in connessione con la propria Anima, trasmettendole l'importanza di prendersi cura del proprio Bambino Interiore, per imparare a divenirne madre e padre, per poter creare una relazione sana, autentica e coinvolgente con un partner.

Quando si arriva a fare un processo di guarigione delle proprie ferite emotive risalenti all'infanzia o a vite precedenti/parallele, si arriva a nutrirsi di Amore, accendendo la propria scintilla divina e imparando a vivere di luce propria.

Questo lavoro di Crescita Interiore stimola la persona a colmare i propri vuoti interiori, dando vita ad una relazione d’Amore con sé stessa, la persona con cui sarà insieme per tutta la vita.

Così facendo la relazione con l'altro, non sarà più una relazione con un “oggetto”, che serve a colmare i propri vuoti interiori, dovuti a bisogni infantili irrisolti, bensì sarà una relazione matura dettata piuttosto da un desiderio di reciprocità e condivisione.

Se ti è piaciuto il mio articolo,se ti sei riconosciut* in queste relazioni,
se hai vissuto situazioni di questo tipo e vuoi liberarti degli ostacoli che ti impediscono di avere una relazione armonica con te e con gli altri,
contattami per una CALL GRATUITA di 30 minuti in cui mi esporrai la tua criticità e vedrò come poterti essere utile attraverso un Percorso Individuale di COUNSELING EVOLUTIVO QUANTISTICO.

 


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