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LA FIDUCIA: UN VASO DI CRISTALLO
- Francesca Di Sarno
La fiducia è simile ad un vaso di cristallo:
trasparente, preziosa, delicata, di valore.
Quando si dà la propria fiducia a qualcuno, gli si sta facendo un dono importante, dicendogli a livello sottile:
"Sto consegnando a te qualcosa che ho molto a cuore.
Abbine cura, onde evitare che possa rompersi, andando in mille pezzi".
La persona che riceve la fiducia di qualcuno dovrebbe avvertire in cuor suo un senso di responsabilità nel custodire questo dono del cuore.
Spesse volte, però, questo vaso di cristallo viene fatto cadere dalle mani.
A volte per leggerezza, a volte per immaturità, a volte per la poca attenzione, a volte per la poca cura, a volte per la presunzione di sentirsi troppo sicuri di sé, a volte per l'arroganza di dare tutto per scontato, a volte per un inesistente senso di responsabilità, a volte per mancanza di gratitudine, a volte per un non riconoscimento del suo valore.
Quando ciò avviene, come si fa a rimettere i pezzi di cristallo insieme e a formare lo stesso identico vaso di prima?
Sarebbe un'impresa decisamente impossibile, difficilmente realizzabile.
Quello che si potrebbe fare in queste circostanze è di considerare l'idea di ricreare un vaso che abbia una forma completamente diversa dalla precedente, che abbia in sé elementi nuovi, dal momento che quelli precedenti non sono stati ben accolti e valorizzati, mettendo le basi per una creazione diversa.
Quante persone sono disposte a fare ciò?
Quante persone hanno la forza, la visione, il senso di responsabilità e la capacità di rimettersi in discussione, per costruire il nuovo, basato su altre condizioni?
Fare questo implica:
- un'attenta osservazione dei dati di realtà,
- un'analisi degli errori fatti,
- un accurato ascolto di sé,
- una comprensione di ciò che non ha funzionato,
- una presa d'atto delle proprie mancanze,
- la consapevolezza dei propri errori,
- un'assunzione di responsabilità,
- un lavoro nel proprio mondo interiore
- per disinnescare condizionamenti limitanti e guarire ferite emotive causate da antiche memorie.
Occorre conoscere ed utilizzare le proprie risorse personali e sviluppare il proprio potenziale per attuare una trasformazione profonda per il proprio benessere.
Tutto questo è un lavoro che richiede un notevole impegno energetico e profusione di tempo, un grande investimento personale, per riuscire ad effettuare sostanzialmente un salto di coscienza nella scala dell'evoluzione.
Quante persone sono disposte a rimettersi in gioco per attivare questo processo interiore, che dovrebbe condurre a delle azioni nuove, concrete, diverse, manifestando comportamenti allineati e congruenti
con ciò che si è, ciò che si vorrebbe, ciò che si sente e ciò che si fa?
In nome di cosa fare tutto ciò?
Il gioco vale realmente la candela?
La persona è realmente degna di fiducia?
FRANCESCA DI SARNO
(20/12/2022)